sabato 15 novembre 2014

Femminicidio: documenti antichi e nuove opere in mostra a Cosenza. #PRIVATA giunge in Calabria

Una mostra, e un convegno: «Stop al Femminicidio: d'arte e d'amore mai più Privata!». Sabato 15 novembre, h. 16.30, all’Archivio di Stato di Cosenza. Con la partecipazione non solo di esperti, ma anche di familiari di alcune donne calabresi vittime di femminicidio.
Al convegno, infatti, saranno presenti Mario e Rosa Luzzi, genitori di Fabiana Luzzi, la sedicenne uccisa e bruciata dal fidanzatino (!) a Corigliano Calabro il 24 maggio 2013; Marisa Garofalo, sorella di Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa e fatta sparire a Milano il 24 novembre 2009; Angela, Giovanna e Antonella Scorzo, sorelle di Vincenzina Fernanda Scorzo, uccisa a Collegno (Torino) l’11 ottobre 2012;  Franco e Matilde Lanzino, genitori di Roberta Lanzino, la studentessa violentata e uccisa il 26 luglio 1988 mentre in motorino si recava nella casa al mare, che da 26 anni con la Fondazione Roberta Lanzino sensibilizzano e aiutano le donne e i bambini vittime della violenza. Il convegno sarà introdotto dalla direttrice dell'Archivio di Stato, Pasqualina Maria Trotta, e moderato dalle giornaliste Rosalba Baldino e Tamara Ferrari. Diversi anche gli esperti: il giornalista della Gazzetta del Sud, Arcangelo Badolati; il criminologo Paolo De Pasquali; la consigliera di Parità della Provincia di Ancona, Pina Ferraro Fazio; Francesca Spadafora, psicologa e membro dell’associazione Attivamente Coinvolte Onlus, e nipote di Anna Morrone, uccisa a Cosenza il 2 luglio 1999; la giornalista Francesca Canino, che per l’occasione ha chiesto di riproporre la mostra sui documenti antichi che attestano l’uccisione di donne in questa regione. 

PRIVATA è un progetto nazionale sul femminicidio e la violenza di genere, che dall’8 marzo scorso gira l’Italia, per sensibilizzare su questo grave problema con il linguaggio dell’arte contemporanea e interventi con laboratori didattici nelle scuole. Sette gli artisti coinvolti nel progetto: Federica Amichetti, Alessandra Baldoni, Mirko Canesi, Mandra Cerrone, Giovanni Gaggia, Francesca Romana Pinzari, Rita Soccio, con la partecipazione straordinaria delle giornaliste Nikla Cingolani e Tamara Ferrari. Le loro opere dal forte impatto emotivo, ma che hanno stupito il pubblico italiano per la capacità di denunciare il fenomeno con delicatezza, saranno esposte presso l’Archivio di Stato di Cosenza che ha sede nell’antico e suggestivo convento dei Minimi di San Francesco di Paola. Alla mostra d’arte contemporanea, curata da Federica Mariani, sarà collegata per l’occasione un’altra esposizione «Storie di donne e di violenza nei secoli passati», a cura dell’Archivio di Stato con documenti sul femminicidio in Calabria. 
La mostra sarà visitabile dal 15 novembre al 7 dicembre, da lunedì a giovedì 9.00-17.00, ven. e sab. 9.00-13.00 • per info: progettoprivata@gmail.com - Tel.: 339-2715365; 334-3621624


martedì 7 ottobre 2014

WWW: what women want? cosa vogliono le donne, iniziamo a dirlo dalla Calabria

In Calabria le donne non intendono aspettare passivamente le prossime elezioni regionali: per iniziativa di Maria Stella Ciarletta, da 8 anni consigliera regionale di parità, si è collegato in rete un nuovo movimento femminile per confrontarsi fra donne e fare nuove proposte politiche.
Che il 1 ottobre si è manifestato in un incontro denso di partecipazione ed energia.
La nostra è una vera e propria assemblea partecipata, con una coordinatrice dei lavori della riunione plenaria (Raffaella Rinaldis direttora di FimminaTv), che ha l'obiettivo di fare proposte sul futuro delle politiche calabresi, non soltanto per quanto riguarda le donne direttamente, ma anche per tutte le politiche del territorio, ad esempio sull’ambiente, turismo, cultura e di proporlo al futuro governo regionale.

La Calabria, come la Puglia e molte altre regioni, ha già subito grotteschi affossamenti della doppia preferenza: ha riformato due volte la Riforma elettorale, nel 2009 e nel 2014, e il consiglio regionale che è andato ad approvare le riforme è composto tutto da consiglieri uomini che, in entrambe le occasioni, hanno provveduto prontamente a bocciarla. Nell’ultima occasione, oltre settemila firme di cittadine e cittadini calabresi ne chiedevano l’introduzione, ma contro la paura maschile di perdere le poltrone niente ha potuto la società civile. Dice Maria Stella Ciarletta: questa bocciatura ha determinato in noi la volontà di unirci per la questione della rappresentanza femminile all’interno degli organismi elettivi per la prossima tornata elettore regionale. Ma riguarda anche le giunte locali, perché recentemente l’ufficio da me presidiato ha avviato tutti i ricorsi per i comuni che non rispettano la presenza paritetica di uomini e donne nella giunta locale. Quindi la rappresentanza è una questione che riguarda trasversalmente tutte le donne in Calabria. Il rischio altissimo è che ci sia nuovamente un consiglio regionale composto esclusivamente di rappresentanti di un solo genere.

La mia lettura personale, che non è quella del movimento, è che ci sia uno scollamento tra le rappresentanze istituzionali dei partiti e delle figure istituzionali del consiglio regionale, e la società civile, cioè camminano a velocità diverse. L’esempio che ha fatto della Ministra Lanzetta, che al di la di tutto è una donna che crede nella rete delle donne e che crede in questo movimento, che lo anima, anche se non può partecipare per motivi istituzionali. L’esempio di Maria Carmela, dicevo, calza a pennello, perché a lei il riconoscimento arriva dal Presidente del Consiglio dei Ministri, cioè da Renzi, cioè da un soggetto terzo rispetto al territorio calabrese, arriva in un momento in cui su un territorio si valorizzano poco invece le donne impegnate in politica. Dall’interno si fa difficoltà e lo dico al di la dell’appartenenza politica. C’è una maggiore resistenza a valorizzare e a cogliere l’opportunità in questo momento di scommettere sulle donne. Siamo un movimento femminile che non ha partiti di riferimento. Secondo noi oggi è più forte l’idea del movimento. L’intuizione su come avviarlo è venuta insieme a Bianca Rende, Mariarosalba Bernaudo e Alba Mazzotta. In questo momento storico parlare alle donne in Calabria all’interno di un partito diventava poco credibile: proprio per la resistenza dal mondo politico istituzionale che ha avuto la reazione di un allontanamento delle donne dalla politica. In questo gruppo, più forte dell’appartenenza politica è l’identità di genere, comune a tutte per aver lavorato negli ultimi vent’anni sui temi femminili dall’inclusione sociale, alla disabilità, alla violenza contro le donne.

venerdì 20 giugno 2014

Incostituzionale e illegittima la legge elettorale della Regione Calabria

Firmiamo subito la petizione, al Consiglio dei Ministri, per la promozione della questione di costituzionalità della riforma della legge elettorale della Calabria, per la mancata introduzione della doppia preferenza di genere. Dopo l'estate la Calabria andrà al voto per la Regione, e se non si interviene subito ci andremo senza doppia preferenza: il 3 giugno scorso, infatti, (anche) il Consiglio Regionale calabrese ha respinto l’emendamento volto a introdurre la doppia preferenza di genere, almeno un terzo di candidate donne e l’alternanza dei candidati nelle liste elettorali. 
Il che è pazzesco - dato che nel Consiglio della Regione Calabria le percentuali sono attualmente da Arabia Saudita: solo 2 (due!) donne su 51 consiglieri - due donne che, per giunta, vi sono entrate solo grazie al defilarsi di altri maschi (per trasferimento in Parlamento o imprevisto arresto).  

E non sia mai che questa indecenza si andasse a cambiare:  e così (per l’ennesima volta nella storia di questa Italietta) è stata approvata una legge elettorale in violazione della Costituzione e, nello specifico, dello stesso Statuto della Regione Calabria. La Consigliera Regionale di Parità, Stella Ciarletta, chiede dunque che siano censurati (per illegittimità costituzionale in riferimento agli artt. 51, 117, 3 della Costituzione ed agli artt. 2 e 38 dello Statuto della Regione Calabria) gli art. 1, comma 6, e art. 2, comma 2, della legge elettorale n° 5 del  2010, nonché la legge regionale 6 giugno 2014 n° 8 “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 7 febbraio 2005, n° 1”.
La richiesta, rivolta al Premier Matteo Renzi e a Maria Carmela Lanzetta (Ministra per gli Affari Regionali), è così argomentata:
Il Consiglio Regionale, nella seduta del 3 giugno, non ha accolto l'emendamento che prevedeva, tra l'altro, l'introduzione della doppia preferenza di genere oltre che la presenza di almeno un terzo di candidate donne e l'alternanza dei candidati in lista. Pertanto la legge elettorale così come approvata, viola non solo dello Statuto della Regione Calabria, dal quale emerge il dovere di promuovere condizioni di parità tra i sessi nell’accesso alla carica di consigliere regionale, ma anche degli artt. 51, 117, 3 della Costituzione. L’art. 51 della Costituzione è stato modificato con la legge costituzionale n.1 del 30 maggio 2003 che, all’art.1, ha aggiunto un periodo al vigente articolo 51, primo comma. La norma, nel testo modificato ed attualmente vigente, dispone che ‘Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti  dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne uomini’. A sua volta, l’art.117 della Costituzione, nel suo testo introdotto dalla legge costituzionale n.3 del 18 ottobre 2001, al 7° comma, stabilisce che le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive. I principi fondamentali della parità dei cittadini, a prescindere dal sesso, sono contenuti nell’art. 3 della Costituzione, che, come è noto, stabilisce al primo comma che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche e condizioni personali e sociali e che al secondo comma dispone che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Occorre sottolineare come lo Statuto della Calabria sia espressione del principio costituzionale che si è fatto strada a seguito delle incalzanti iniziative di riforma. Ancora va tenuto presente che il percorso per giungere all’obiettivo di una concreta parità tra i due sessi è giunto in sede nazionale alla approvazione della legge n.215 del 23 novembre 2012 che, con riferimento all’accesso alle cariche elettive e agli organi esecutivi dei comuni e delle province, ha stabilito che, nelle liste dei candidati, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi, ma anche che, ciascun elettore può esprimere, sotto le righe stampate sotto il medesimo contrassegno, uno o due voti di preferenza, scrivendo il cognome di non più di due candidati compresi nella lista da lui votata. Nel caso di espressione di due preferenze, esse debbono riguardare candidati di sesso diverso della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza. La detta legge ha inoltre, all’art.3, modificato la legge 2 luglio 2004 n.165, di attuazione  dell’art.122 Cost., in materia di elezioni dei consigli regionali introducendo, al comma 1 dell’art.4, la lettera c-bis) che ha posto, quale principio fondamentale per la legislazione elettorale delle regioni, quello della promozione della parità tra uomini e donne nell’accesso alle cariche elettive attraverso la predisposizione di misure che permettano di incentivare l’accesso del genere sottorappresentato alle cariche elettive.
Ad oggi la Calabria è sprovvista di strumenti legislativi volti concretamente a promuovere la parità dei generi nell’accesso alle cariche elettive. La legge elettorale della Regione, in contrasto con le norme costituzionali citate, non promuove la concreta parità, né questa è assicurata dal vincolo, nella presentazione delle liste circoscrizionali, della presenza di candidati di entrambi i sessi. Occorre difatti che le tecniche prescelte per favorire il riequilibrio di genere nella rappresentanza politica siano effettivamente volte a promuovere la parità di accesso, fine questo non assicurato dalla norma della legge elettorale censurata che costituisce per un sesso una presenza del tutto aleatoria rispetto alla percentuale attribuita all’altro sesso. Solo attraverso l’introduzione di tecniche effettivamente volte alla rimozione degli ostacoli alla piena parità, la legge elettorale sarebbe stata conforme alla Costituzione ed allo Statuto, ma ciò non è accaduto, prevedendo la norma censurata, come detto, solo una minoritaria percentuale di candidati in ciascuna lista circoscrizionale costituita da un genere.

mercoledì 26 febbraio 2014

Il 1 Marzo al Liceo Scientifico Alessandro Volta di Reggio Calabria incontro promosso dalla Soc. Dante Alighieri su “Carta Vetrata” di Paola Bottero

Sabato 1 Marzo gli studenti del Liceo “A. Volta”di Reggio Calabria avranno l'occasione di fare interessanti riflessioni, all'incontro che avrà luogo alle 10.00 presso il loro istituto, per la presentazione del libro “Carta Vetrata” della giornalista Paola Bottero. 

L’incontro – dibattito, promosso dal Gruppo Femminile della Soc. Dante Alighieri di Reggio Calabria in collaborazione con il Liceo Scientifico “Alessandro Volta”, sarà occasione di conoscenza, confronto e dialogo fra l'autrice del libro Paola Bottero e gli studenti delle ultime classi del triennio del liceo. 
Dopo i saluti del Dirigente Scolastico Prof.ssa Angela Maria Palazzolo e del Presidente della Soc. Dante Alighieri Dott. Giuseppe Bova, prendendo spunto dai personaggi e i fatti narrati nel libro “Carta Vetrata”, si aprirà un dibattito moderato dalla Dott.ssa Silvana Salvaggio che avrà come ospiti il Direttore del Giornale on-line Zoom Sud Dott. Aldo Varano e il Magistrato Dott. Carlo Indellicati del Tribunale di Reggio Calabria, a cui sarà affidato il compito di dare il loro contributo su temi importanti, come l'etica, la deontologia e la morale, ritenuti elementi imprescindibili anche per la professione del giornalista. Concluderà i lavori l’Assessore alla Cultura ed alla Legalità della Provincia di Reggio Calabria Dott. Edoardo Lamberti Castronuovo. Gli autorevoli ospiti non si sottrarranno al confronto con gli studenti della Redazione del Giornale di Istituto “Gira e Svolta”, del World Volta Tv e del Progetto Gutenberg, curato dalla Prof.ssa Anna Maria Borrello, per contribuire ad accresce la loro formazione e ad aiutarli a rapportarsi con un mondo affascinante ma anche molto complesso come quello dell'informazione. 
Il mondo del giornalismo, volutamente raccontato dalla Bottero intriso di superficialità, edonismo e carrierismo rampante, porta i suoi personaggi ad agire in condizioni al limite della decenza, ma proprio per questo motivo l’autrice riesce a provocare nel lettore una reazione irritante verso comportamenti esasperatamente ripugnanti, che i giovani devono imparare a riconoscere e a cui non ci dobbiamo abituare. Di pagina in pagina il racconto suscita riflessioni ma anche pungenti domande.

sabato 22 febbraio 2014

Congratulazioni a Maria Carmela Lanzetta, da oggi ministra agli Affari Regionali

E' lei, la più bella sorpresa di questo governo - e viene dalla nostra regione. Congratulazioni, cara Maria Carmela: non dubitiamo che la tua determinazione, serietà e rettitudine ti sosterranno in questo nuovo, delicato compito, in cui ti auguriamo di incontrare meno difficoltà e solitudine di quante ne hai già dovute dolorosamente sperimentare in Calabria. 
E' lei, la coraggiosa ex-sindaca di Monesterace, la ministra agli Affari Regionali del nuovo governo paritario. Dopo Katia Belillo e Linda Lanzillotta è la terza donna che nella storia della Repubblica ricopre questa carica. Di lei abbiamo già parlato, su questo blog, riportando la lettera che scrisse alla Presidente della Camera nel luglio 2013, e ancora in occasione delle sue dimissioni da sindaca e, ancora, della successiva visita calabrese della Presidente della Camera. Vicende che già dicono molto della sua storia: la storia di una donna che, mettendo tutta se stessa per riportare legalità e fiducia nella politica in una terra devastata dalla corruzione, ha conosciuto da vicino le intimidazioni violente della ndrangheta e lo stato di abbandono e ostruzionismo con cui si scontra chi davvero vuole cambiare le cose. 
Ci auguriamo che questa volta il suo talento e la sua determinazione saranno messe a miglior frutto e che soprattutto le colleghe donne, fuori e dentro il governo, vorranno darle tutto il sostegno di cui avrà bisogno. Ho accettato perché la Calabria ha bisogno di avere voce. Le donne calabresi, e tutta la Calabria, possono essere fiere fiere di lei
Nella farmacia che fu distrutta per intimidirla, i suoi concittadini si sono stretti a lei per festeggiarla: è stato bellissimo rivivere le speranze e l'entusiasmo del momento dell'elezione a sindaco, ha detto. Buon lavoro Maria Carmela, con un abbraccio caldo, affettuoso e pieno di fiducia.
Qui una breve intervista di quasi 2 anni fa, all'epoca delle peggiori intimidazioni subite:

venerdì 14 febbraio 2014

In piazza per la giustizia, contro la violenza

Solo la giustizia sconfigge la violenza: lo diremo in piazza danzando con One Billion Rising. Un appuntamento ancor più importante nei giorni in cui il raccapricciante spettacolo della politica italiana si fa sempre più fosco.

Ci vediamo tutte e tutti a REGGIO CALABRIA: Davanti al Teatro Cilea ore 17.00  a TORTORAScuola media statate "Amedeo Fulco" A CATANZARO: Via Carlo V ore 18.30 per danzare contro la violenza e chiedere GIUSTIZIA! 

martedì 11 febbraio 2014

15 febbraio 2014 Manifestazione Regionale: rivogliamo il Progetto Donna

In marcia verso il 15 febbraio 2014: costruiamo insieme la Manifestazione Regionale a sostegno della legge n. 22/95 istitutiva del Progetto Donna.
Il 15 febbraio iniziativa presso la sede della Giunta regionale, inoltre si alterneranno diversi flash-mob nel centro di Catanzaro, lungo Corso Mazzini.
La decisione di non finanziare la legge regionale e di annoverarla tra le "normative inutili", ha da mesi mobilitato l’associazionismo femminile e i cittadini sensibili alla difesa di un bene comune che ha concorso alla costruzione della democrazia paritaria nel nostro territorio calabrese e non solo, rappresentando un importante riferimento dal punto di vista legislativo anche per altre regioni italiane.
La decisione seguita dall’approvazione del bilancio previsionale 2014, con un capitolo di spesa destinato al Progetto Donna pari a zero euro, ha di fatto alimentato la raccolta delle firme, che prosegue nelle tante iniziative pubbliche messe in campo a livello regionale e in banchetti nelle piazze, e anche online. La catena di solidarietà si è ulteriormente allargata e amplificata anche sui principali social network, dove la campagna “Mettiamoci la faccia per rilanciare il Progetto Donna” ha consentito di raccogliere centinaia di volti di cittadine e cittadini che hanno scelto di impegnarsi in prima persona e di metterci la propria faccia per difendere il Progetto Donna.

Ricordiamo che attraverso la legge regionale è stato possibile finanziare i primi telefoni rosa per combattere la violenza sulle donne, creare biblioteche e centri d’informazione femminili a livello regionale, nonché realizzare percorsi formativi d’eccellenza.
A distanza di quasi vent’anni dalla sua approvazione la legge istitutiva del Progetto Donna rimane una legge estremamente innovativa sia per i contenuti che per le metodologie partecipative insite nei sui articoli, per questo motivo manifesteremo sabato 15 febbraio vestite di rosso per dire basta al femminicidio, alla violenza fisica e psicologica contro le donne, e per combattere l’uccisione della speranza di creare un mondo migliore per le giovani generazioni in cui la democrazia paritaria e gli strumenti legislativi, conquistati con l’impegno dalle donne, siano realmente applicati e valorizzati.
Chiederemo soprattutto con determinazione, ma pacificamente che la legge sia nuovamente finanziata consentendo la realizzazione dei suoi importanti obiettivi fondativi.
Il 15 febbraio 2014, dalle ore 10,30 le cittadine e i cittadini, forti del loro impegno, si metteranno in viaggio da ogni città e paese della Calabria. Faremo girotondi della speranza e della fiducia, circondando simbolicamente la sede della Giunta Regionale a Palazzo Alemanni, in via Sensales a Catanzaro per chiedere il rispetto delle regole e dell’impegno delle donne! Faremo flash-mob sul principale corso cittadino, corso Mazzini, dove saranno distribuiti volantini e saranno letti gli articoli più importanti della legge.
Mettiamoci la faccia e muoviamoci con fiducia, da ogni presidio di cittadinanza attiva calabrese, per convergere tutt* insieme a Catanzaro il 15 febbraio 2014, a rilanciare il Progetto Donna.


sabato 1 febbraio 2014

1 febbraio #YoDecido: Calabria al fianco delle donne spagnole e di tutta Europa

Le donne reggine e di tutta la Calabria si uniscono oggi alle donne europee e alla rete spontanea #Womenareurope. Oggi, 1 febbraio, anche a Reggio ci troveremo: davanti al teatro “Cilea”, in Corso Garibaldi, alle ore 16.30. Inoltre segnaliamo l'incontro a Cosenza, h. 16 presso l'associazione We Work a Castrolibero. Ci uniamo a tutte le altre donne che in questa giornata protestano (nel silenzio totale dei media, che di questa grande mobilitazione non parlano!), perché sappiamo che la battaglia delle donne spagnole è anche la nostra
Dopo decenni di ininterrotti attacchi alla nostra Legge 194, e ora dopo la bocciatura della risoluzione Estrela da parte del Parlamento Europeo, e le notizie che giungono dalla Spagna, non possiamo più tacere. diritti che consideravamo acquisiti sono di fatto rimessi in discussione; ma le donne vogliono un'Europa laica e dei diritti
Ora gridiamo forte e chiaro: noi sappiamo decidere! Vogliamo rispetto per i diritti faticosamente acquisiti;vogliamo rispetto per la nostra libertà di scelta e di autodeterminazione. Vogliamo il rispetto della nostra salute sessuale e riproduttiva. E vogliamo una seria battaglia a ogni forma di corruzione: incluso l'orribile traffico mafioso degli aborti clandestini, che prolifera ovunque con scuse moraliste, si nega il diritto di scelta alle donne.

In queste stesse ore “El tren de la libertad” sta viaggiando verso la stazione di Atocha a Madrid per reclamare i propri diritti, davanti al dissennato attacco del governo Rajoy. Noi siamo idealmnete su quel treno, saremo con loro a Madrid, saremo con loro nel presidio di oggi a Reggio Calabria. 
Insieme siamo più forti! ve lo ricordiamo anche da qui, insieme alle prime promotrici del presidio calabrese: Comitato “Se non ora, quando?” Reggio Calabria, Associazione “Jineca-percorsi femminili”, Centro Studio Danza, Arcigay “I due mari” Reggio Calabria, Il BaK, Centro anti-violenza “Margherita”, Teresa Ribuffo, Fabrizia Biagi, Rosalba Marotta, Antonella Macheda, Roberta Schenal, Silvana Salvaggio, Antonella Quattrone, Eleonora Uccellini.

Ricordando quello che scrisse Stefania Noce: nessuna donna può essere proprietà oppure ostaggio di un uomo, di uno Stato, né, tanto meno, di una religione. 

mercoledì 29 gennaio 2014

Revisionismo dei diritti? No grazie


Su se stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente, l’individuo è sovrano”. Sembra un concetto acquisito quello espresso da John Stuart Mill, nel testo “La libertà”, eppure nubi fitte e minacciose si intravedono all’orizzonte in Europa, e non si tratta di vicende metereologiche, ma della messa in discussione di diritti acquisiti che andrebbero al contrario ampliati ed estesi

Un presagio negativo si è avuto già il 10 Dicembre, quando il Parlamento europeo non ha approvato la cosiddetta Risoluzione Estrela su “salute e diritti sessuali e riproduttivi” nella quale si stabiliva, tra le altre cose, il diritto all’aborto sicuro e legale in tutto il territorio europeo. Popolari e conservatori, ma anche qualche eurodeputato del PD ahimè, hanno fatto si che la risoluzione fosse respinta, ma era solo il preludio ad un ritorno al passato che si è esteso in poco tempo anche alla Spagna.  Il 20 dicembre infatti il Ministro della giustizia del Partito Popolare, Gallardo, appartenente al governo conservatore del primo ministro Mariano Rajoy, ha annunciato di aver approvato una proposta di legge che renda l’aborto non più un diritto, ma un reato depenalizzato in alcune circostanze. Ergo, se la proposta di legge dovesse entrare in vigore, le condizioni di salute del feto non saranno più ritenute una ragione sufficiente per giustificare l’aborto. Una preoccupante involuzione in tema di diritti e di libertà che ci deve far riflettere; in primis non dobbiamo dare mai per scontate le conquiste acquisite, lo si è detto in tante occasioni, ma il caso spagnolo ha rafforzato ancor di più il principio. E proprio in materia di interruzione di gravidanza, anche le italiane non sono al sicuro.  Si continua impunemente a svuotare la legge 194/78 della sua efficacia, attraverso una massiccia obiezione di coscienza nelle strutture ospedaliere pubbliche, reale o strumentale che sia, da parte di più dell’80% dei ginecologi, di anestesisti e di più del 50% delle ostetriche. Le donne sono costrette a rivolgersi a più strutture sanitarie prima di riuscire a trovare un ginecologo non obiettore e a doversi sottoporre a lunghi calvari, una volta ricoverate, a causa dell’alternanza di turni tra i tanti ginecologi obiettori ed i pochi non obiettori, venendo  esposte a maggiori rischi per la loro salute, addirittura in alcuni casi devono rivolgersi anche a strutture estere o alla orribile e pericolosa pratica degli aborti clandestini che è tornata drammaticamente in auge. Mi chiedo, dopo anni di lotte e rivendicazioni femministe, perché si debba per forza arrivare allo scontro tra due libertà: quella dell’operatore sanitario che esercita il proprio diritto di determinazione autonoma delle scelte morali anche in ambito professionale e quella della donna che chiede di esercitare il diritto nelle scelte sulla propria salute riproduttiva? Inoltre la pillola del giorno dopo e l’aborto farmacologico sono quasi utopie oggi in Italia, nonostante il dovere del personale sanitario di offrire metodi contraccettivi e tecniche abortive sempre più moderne, rispettose dell'integrità fisica e psichica della donna. In un’Europa che in nome della crisi nega il diritto al lavoro, allo studio e alla salute, si sta producendo soprattutto povertà ed emarginazione e l’inadeguatezza delle politiche in tema di salute sessuale e scelta riproduttiva colpiscono soprattutto le donne che vivono condizione di precarietà lavorativa, di indigenza o sono immigrate, esponendole alla violenza di genere. E’ nata in questi giorni infatti la rete WAE, WOMENAREUROPE, che ha diffuso in rete un appello dal titolo: “Per un’altra Europa, laica e dei diritti”. 
La rete europea, partita da Firenze, ribadisce la netta volontà di tutelare principi non negoziabili dell'autodeterminazione della donna e del suo diritto alla salute e alla sicurezza. In pochi giorni la rete ha raccolto centinaia di adesioni e ha l’obiettivo di allargarsi a gruppi di altre nazioni per organizzare nella giornata dell’8 marzo, una grande manifestazione europea. Ed a Cosenza ci vediamo il primo Febbraio alle 16 a Castrolibero presso l’associazione WE WORK.
Maria Cristina Guido

Per aderire e partecipare: il gruppo si facebook e il post sulla mailbombong, sul sito della rete Womenareurope